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Quanto vale una moneta romana? Ecco l’incredibile verità 

Fonte: Pixabay - Rabenspiegel

Quanto vale una moneta romana oggi? Cosa permetterebbe di acquistare nel 2020? Nelle prossime righe, vediamo assieme la risposta a questa domanda.

Monete romane: ecco cosa sapere

Prima di capire quanto vale una moneta romana oggi, è il caso di vedere come si distinguono. Come specificato dalle principali fonti archeologiche, si poteva parlare di:

  • Monete d’oro
  • Monete d’argento
  • Monete di bronzo

Ai tempi degli antichi Romani, l’unità di misura di riferimento era l’asse. Se si dovesse fare un paragone con l’euro, si può trovare una corrispondenza tra il singolo sesterzio e la somma di 6 euro. L’asse singolo, invece, oggi corrisponderebbe a circa 1,5 euro.

Con il termine ‘sesterzio’, che avrai senza dubbio sentito durante le lezioni di storia, si inquadra un multiplo dell’asse. Un altro che è bene conoscere è il duopondio. Il quadrante, invece, deve essere annoverato nell’ambito dei sottomultipli.

Entrando ulteriormente nel vivo del paragone tra il valore di una moneta romana oggi e soffermandoci sul suo potere d’acquisto, possiamo fare un paragone partendo dal salario medio. All’epoca di Augusto, un centurione con alle spalle tanti anni di carriera, guadagnava circa 4 sesterzi al giorno (un denaro). Oggi come oggi, questa cifra corrisponderebbe a un’entrata mensile assolutamente non corrispondente ai guadagni di chi ha alle spalle tanti anni di lavoro. Parliamo infatti di una somma pari a circa 700 euro.

Ricchi ai tempi di Roma antica e ricchi nel 2020

Nel corso del nostro piccolo viaggio alla scoperta delle informazioni su quanto vale una moneta romana, il caso di focalizzarsi sulla situazione dei ricchi allora, confrontandola con quella dei ricchi di oggi. Per dare qualche numero in merito, facciamo presente che, ai tempi dell’antica Roma, un cittadino considerato ricco aveva un patrimonio di oltre 190 milioni di sesterzi. In questo caso, siamo attorno al miliardo di euro e sì, si può proprio dire che una corrispondenza con la realtà che viviamo oggi c’è.

Cos dire, invece, dei momenti di convivialità dei cittadini più abbienti? A tal proposito, per quanto riguarda il caso dell’antica Roma si può prendere in considerazione la figura di Lucullo, rappresentante del ceto aristocratico noto soprattutto per il suo amore per la tavola raffinata (non a caso, i pasti particolarmente abbondanti e caratterizzati da cibi ricercati sono detti luculliani).

Secondo fonti dell’epoca – Lucullo è nato nel 117 a.C. ed è morto nel 56 a.C. – le sue spese potevano arrivare al milione di sesterzi per singolo pranzo (circa 6 milioni di euro oggi). Non c’è che dire: si tratta di cifre decisamente superiori rispetto a quelle che si spendono oggi quando si mangia in ristoranti lussuosi.

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