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Costi extra a credito esaurito: AGCOM multa Tim, Vodafone e Wind Tre

L’AGCOM ha multato Tim, Vodafone e Wind Tre, i tre principali operatori di telefonia mobile italiani, per l’attivazione dei costi extra a credito esaurito degli scorsi mesi. La novità  ha coinvolto tutti gli utenti dei tre gestori. Che nel giro di poche settimane, come spesso accade con questo tipo di novità , si sono visti tutti attivare un “servizio” non sempre desiderato.

AGCOM multa Tim, Vodafone e Wind: il servizio incriminato

Ovvero la possibilità  di usufruire di telefonate, sms e dati illimitate per uno o due giorni a fronte di un ulteriore esborso – dai 0.90 ai 0.99 cent di Euro – supplementare rispetto al costo della promozione mensile. L’addebito di questa cifra avveniva in modo automatico nel momento in cui il credito fosse risultato insufficiente al rinnovo della promozione mensile.

Costi extra a credito esaurito: violato lo “ius variandi”

L’AGCOM ha valutato questa pratica come scorretta, ritenendola non consentita dallo ius variandi. Questo è il diritto da parte dei gestori di modificare unilateralmente il contratto delle prepagate. Purché – specifica l’AGCOM – la variazione non sia di fatto l’introduzione di un “quid novi”, ovvero di un servizio completamente nuovo. Di fronte a questa evenienza, l’utente deve avere la facoltà  di accettare o rifiutare la modifica. E l’opzione del rifiuto non deve automaticamente comportare la rottura del contratto.

L’entità  della sanzione e “l’inversione contrattuale”

Per questo motivo l’AGCOM ha emesso sanzione da 696.000 Euro per ognuno dei tre gestori. La pratica, infine, è stata giudicata come un’inversione del rapporto contrattuale tra utente e gestore. La natura delle sim ricaricabili, infatti, è che l’utente paga in anticipo mettendo il gestore nella posizione di “debitore” dei servizi acquistati, e cioè minuti, sms e giga di dati. La richiesta di una somma a fronte di un servizio non richiesto, che viene per altro scalata dalla successiva ricarica, non dando all’utente la possibilità  di tener traccia della spesa, costituisce proprio questa inversione, con l’utente che diventa debitore di una cifra per un servizio offerto in anticipo dal gestore.

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