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Marte trema come la Terra: InSight registra terremoti sul pianeta rosso

Su Marte ci sono i terremoti. La scoperta, che cambia radicalmente l’approccio al pianeta rosso, è stata registrata dalla sonda InSight. In queste ore si moltiplicano le notizie che arrivano dallo spazio. La sonda della Nasa ha registrato più di 170 scosse, che dimostrano come al di sotto della superficie del pianeta possa esserci magma. Il magma, che già  di per sé è fluido e non “materiale fisso”, potrebbe creare ambienti sotterranei che potenzialmente possono ospitare forme di vita.

Terremoti su Marte: i dati raccolti da InSight

I risultati degli studi elaborati grazie ai dati raccolti da InSight sono stati pubblicati su Nature Geoscience e Nature Communications, e vi ha partecipato anche uno geofisico italiano di stanza al Politecnico di Zurigo, Domenico Giardini. La sonda InSight, a differenza dei precedenti Lander mandati sul pianeta rosso, è ferma. Questo le consente di studiare con maggiore precisione suolo e sottosuolo del pianeta. Le scosse registrate sono arrivate anche fino ai 4 gradi di magnitudo, e la frequenza indica un’attività  sotterranea piuttosto frequente, in considerazione dell’approdo nell’autunno del 2018.

Perché i terremoti possono cambiare la prospettiva umana su Marte

I dati rivoluzionano la nostra concezione di Marte perché prima di questi studi non vi erano segnali che Marte potesse essere geologicamente attivo. Studi ancora più approfonditi potrebbero consentire agli scienziati di indirizzare prossime missioni di studio con maggiore precisione, e ancora più vicino alle zone dove potrebbero essere presenti forme di vita. Questo perché esistono forme di vita conosciute sulla Terra che traggono energia dalle fonti geotermiche, e non dal sole. Trovarle su un altro pianeta aprirebbe ulteriori scenari inattesi.

Marte è il futuro delle missioni spaziali: i progetti lanciati

Gli studi sul pianeta rosso rientrano tra le priorità  di diverse missioni spaziali presenti e future. Entro il 2027 sulla superficie di Marte arriverà  una sonda italiana con il lanciatore Vega, sviluppato dalla nostra Agenzia Spaziale in collaborazione con l’ESA, l’agenzia europea. Non è un mistero, infine, che il governo statunitense stia tornando a pianificare il ritorno dell’uomo nello spazio con l’obiettivo di portare un essere umano sulla superficie di Marte.

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