Negli ultimi decenni anche in Italia si è verificata la tendenza sempre più comune di lasciare i propri risparmi sul proprio conto bancario, anzichè su un libretto di risparmio che invece permette gradualmente un incremento del proprio capitale: in sostanza l’avere i soldi “immobilizzati” su un libretto e quindi senza la possibilità di prelevarli prima del tempo è un’ipotesi che viene ancora accolta con un certo scetticismo, preferendo invece depositarli sul proprio conto, che ha preso il posto del “materasso”. Tuttavia, mantenere le proprie somme sul conto può rappresentare un problema.
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Svalutazione in vista
Chi si occupa anche solo superficialmente di finanza sa bene che l’immobilismo non porta a nessun miglioramento di capitale, ma la svalutazione può portare il problema opposto, ossia una perdita di valore dei propri risparmi: l’inflazione del nostro paese prevista per quest’anno si aggira intorno al 2 % secondo una ricerca della Banca centrale europea. Una percentuale che può sembrare esigua ma con quasi 1400 miliardi di euro che ristagnano nei conti bancari la stessa percentuale assume contorni decisamente più preoccupanti.
Cosa fare?
Oltre a prendere in considerazione l’ipotesi di aprire un libretto di risparmio in grado di generare interessi sul lungo termine, è consigliabile rivolgersi alla propria banca che potrà sicuramente fornire prospettive diverse per far “muovere” il proprio capitale arginando così la perdita di valore. Gli esperti infatti consigliano continuamente di mantenere sul proprio conto corrente “standard” solo parte dei propri risparmi, ossia l’indispensabile.