Avere un conto corrente è oggettivamente molto comodo. Utilizzarlo consente di accreditare lo stipendio o la pensione in maniera rapida. Per essere precisi, è il caso di dire che, oggi come oggi, se si lavora, sia da dipendenti sia da liberi professionisti, è impossibile non aver uno.
I titolari di un conto corrente devono essere costantemente aggiornati in merito alle normative che possono riguardare questo strumento. Farlo significa, almeno in questi giorni, essere consapevoli che il 15 ottobre verranno pignorati 9 milioni di conti corrente. Se vuoi scoprire a chi, puoi leggere il nostro articolo.
Se hai sentito dire che il 15 ottobre verranno pignorati 9 milioni di conti correnti, senza dubbio ti stai chiedendo chi verrà coinvolto. Sulla base dei dati che l’Agenzia delle Entrate ha ricavato e ricaverà dall’Anagrafe Tributaria, verranno pignorati i conti correnti degli utenti che hanno anche un solo provvedimento in sospeso con il Fisco.
Fondamentale è ricordare che verranno considerate delle limitazioni. Nel caso del conto corrente che viene utilizzato per l’accredito della pensione e dello stipendio, è possibile procedere al pignoramento del 20% massimo delle somme sopra ricordate. Questo vale in caso di stipendio superiore ai 5.000 euro. Diverso è il caso delle somme comprese tra i 2.500 e i 5.000 euro. In questo frangente, infatti, il pignoramento non può superare 1/7 dello stipendio.
Come sopra accennato, l’Agenzia delle Entrate può pignorare anche le somme del conto corrente a prescindere dallo stipendio. Attenzione, però: pure in questo caso ci sono dei limiti. A quanto corrisponde? Alla somma che supera il triplo dell’importo dell’assegno sociale valido per il 2020. Dal momento che l’assegno sociale per l’anno in corso corrisponde a 459,83 euro, stiamo parlando di una somma pari a 1.379,49 euro. Nel frangente specifico dei redditi maturati con attività imprenditoriali o da libera professione, nell’eventualità di cartelle esattoriali ancora da saldare si può andare incontro al pignoramento totale.
Chiarito che il 15 ottobre l’Agenzia delle Entrate è pronta a pignorare 9 milioni di conti correnti, è bene fare presente che ci sono dei beni che non possono essere oggetto del sopra ricordato provvedimento. Tra questi è possibile citare innanzitutto la prima casa.
Fondamentale affinchè la prima casa non possa essere pignorata è che risulti l’unico immobile di proprietà del soggetto debitore e che risulti sia residenza, sia casa d’abitazione. Inoltre, non deve essere annoverata nelle categorie degli immobili di lusso (A1, A8 e A9).
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