L’AGCM, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha dato ieri parere negativo su due emendamenti al DPCM “Cura Italia” che avrebbero previsto lo stop alla portabilità dei numeri fissi e mobili tra diversi operatori nel periodo di emergenza per motivi di salute. La misura, presentata sia dalla Lega, a prima firma Matteo Salvini, e da M5S, a prima firma Mauro Contorti, è stata infatti giudica “sproporzionata” dall’Autorità Garante, che ha quindi dato parere negativo.
La portabilità non si ferma: è un diritto dell’utente
Stando a quanto emesso dall’AGCM, non esiste al momento alcun motivo reale per fermare la portabilità . Questo perché la maggior parte dell’attività di migrazione vengono svolte da remoto senza interazione fisica. Il passaggio da un operatore all’altro avviene quasi totalmente in modalità smart-working, e senza contatti fisici tra operatori e clienti. Fermare la portabilità si tradurrebbe poi nell’impossibilità per i clienti di cambiare fornitore di servizi di telefonia fissa e mobile, in un momento in cui appare particolarmente importante trovare l’offerta commerciale più consona alle nuove esigenze. Insomma, magari col cambio delle abitudini personali, oppure obbligati allo smart-working – gli utenti a maggior ragione potrebbero trovare in questo momento un piano tariffario più conveniente o più adatto alle proprie, nuove esigenze. Niente stop, dunque.
Respinte anche le obiezioni degli operatori di rete
Anche rispetto alle motivazioni addotte da alcuni operatori di rete, l’AGCM si è esposto bocciando le valutazioni. Queste sostenevano che fosse necessario fermare la portabilità per consentire a chi sta ampliando la potenza della rete della fibra ottica, proprio in ottemperanza al Decreto Cura Italia, di avere maggiori risorse e tempo a disposizione. L’AGCM ha spiegato che esistono differenti provvedimenti che si potrebbero prendere per accelerare l’ampliamento delle reti italiane che non comportino lo stop alla portabilità , un diritto degli utenti che non può essere sospeso.