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Facebook: giro di vite contro account falsi. Chiusi più di 6 miliardi di profili

Facebook rivela di aver chiuso più di 6 miliardi di account falsi nell’ultimo anno. Il dato è stato comunicato da Bochra Gharbaoui, uno dei responsabili del social network, in un’intervista rilasciata a ZDNet. Questo grazie ad uno strumento di apprendimento automatico che individua senza troppi aiuti “umani” gli account fake e ne segnala la possibile rimozione. Una stretta è stata data anche alla creazione di nuovi account privi di requisiti. Lo strumento, testato per circa due anni prima di essere messo in funzione, viene definito come uno “dei più avanzati” che il social network possiede oggi per combattere il proliferare di pagine e profili falsi.

Facebook utilizza una tecnologia chiamata “Classificazione delle entità  profonde che analizza gli account attivi e il comportamento (reazioni, like, pubblicazioni, interazioni) all’interno della comunità . Tra le azioni monitorate ci sono anche il numero di richieste di amicizia e gruppi e pagine ai quali un profilo aderisce, segue, o segnala. Tutto questo orchestrato da un modulo AI capace di riqualificarsi in modo automatico, e che quindi evolve con l’evolversi delle varianti che gli spammer provano ad adottare per aggirare i controlli.

Si stima che questo strumento abbia ridotto quasi del 30% gli account spam e che la percentuale di account falsi possa essere stimata oggi intorno al 5% del totale. Lungi però dagli annunci ufficiali le prese di posizione entusiastiche. I vertici di Facebook si sono dichiarati consapevoli che le strategie nuove sono sempre pronte ad emergere e gli spammer presto troveranno un modo per aggirare lo strumento di protezione che pure ha dato risultati tanto rilevanti. Questa la dichiarazione di Bochra Gharbaoui a riguardo: “Gli avversari si muovono velocemente. Il loro ciclo di adattamento è feroce e sta diventando sempre più sofisticato”.

La rimozione degli account falsi ha sempre rappresentato una sfida di primo piano per il social network che spesso in passato è stato criticato – anche a ragion veduta – per la poca capacità  di frenare spam e pagine moleste. Il problema non mostra segni di rallentamento, ma il dato comunicato certamente conforta.

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