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Crisi GameStop sempre più nera: l’azienda chiede politiche ancor più “aggressive”

La crisi di GameStop, notissima catena di grande distribuzione di videogames, sembra non avere fine. In particolare alcune testimonianze emerse in un articolo di Polygon avrebbero fatto emergere richieste, da parte di capi che vengono definiti “disperati”, di atteggiamenti sempre più “aggressivi” – in termini commerciali, verso i clienti dei negozi. E anche verso quelli soltanto potenziali.

Crisi GameStop: l’analisi di Polygon

Ma andiamo con ordine. GameStop ha chiuso il 2019 con un tasso del – 27.5% rispetto ai guadagni del 2018. Un crollo di quasi un terzo del fatturato che non può essere spiegato solo dall’attesa per le console next-gen. Nello studio di Polygon almeno una decina di intervistati, tutti lavoratori di GameStop, si sono detti preoccupati per il futuro dell’azienda. La sensazione è che l’azienda possa chiudere più di mille negozi solo negli Stati Uniti d’America, e chi lavora negli store diffonde l’impressione che il commercio dei videogiochi al dettaglio stia morendo. Le visite dei clienti tendono a concentrarsi nelle festività . In particolare il giorno del Ringraziamento e il Black Friday, che per altro sono molto vicini nel calendario USA, vedono i picchi di presenze. Il grosso del resto arriva nei giorni di uscita di nuovi giochi.

Cosa proverà  a fare GameStop per contenere le perdite?

E le contromisure potrebbero non risultare particolarmente simpatiche. Da quanto emerso dalle interviste realizzate dalla redazione di Polygon, i vertici starebbero chiedendo a responsabili di negozio e commessi di spingere sempre di più nei confronti dei clienti che entrano nei negozi. In particolare ad essere insistenti nelle proposte di “rottamazione” di vecchi smartphone e tablet. Alcuni arrivano a parlare in termini di “persecuzione del cliente”. E questo nonostante l’osservazione che far sentire il cliente aggredito possa farlo allontanare definitivamente. Alcuni dipendenti sostengono di lavorare per una società  che ormai è “frenetica e diffidente, consapevole che la struttura stia andando in pezzi”.

Cloud gaming e game-pass: fine dei supporti e degli store?

Individuare dei responsabili, è ovviamente impossibile. Di certo la tendenza dei massimi produttori a puntare sul cloud gaming, e sui sistemi dell’acquisto delle licenze e dei game-pass, sta togliendo costantemente clienti agli store fisici. D’altra parte GameStop è stato ripetutamente considerato, a più latitudini, un luogo non del tutto sano per le sue dinamiche di fidelizzazione del cliente e di gestione degli ordini. Il declino è ormai irreversibile?

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