Tecnologia

Sicurezza dei dati: Android supera Apple, ma solo in top di gamma

Rimbalza dagli Stati Uniti la notizia che per le forze di sicurezza americane sta diventando più difficile violare uno smartphone Android rispetto a un iPhone. La notizia sta avendo eco per diversi motivi. Il primo è il fatto che Apple nega alle istituzioni governative la creazione di una backdoor nei dispositivi di criminali e terroristi. Una polemica montata anche da un tweet del presidente Trump successivo agli ultimi attentati in Florida. Il secondo è il rafforzamento delle misure di sicurezza di alcuni dispositivi Huawei. Una notizia che potrebbe seguire alle tensioni USA – Cina e al ban dei prodotti americani per l’azienda cinese. Ma andiamo con ordine.

Android vs Apple: rovesciato il paradigma sicurezza?

Il dipartimento di Polizia di Forth Worth, nello stato del Texas, ha infatti rilasciato alcune dichiarazioni sulle difficoltà  nel crackare gli smartphone, in seguito a fatti di cronaca locali. Uno dei detective della polizia locale ha affermato in una conferenza stampa che fino ad un anno fa non riuscivano ad entrare negli iPhone, ma potevano entrare in tutti gli smartphone Android. Oggi la situazione è differente. Né le forze di Polizia né la Cellebrite, l’azienda israeliana che si occupa di estrarre dati dai dispositivi tecnologici per la Polizia del dipartimento, riescono ad entrare in diversi dispositivi Android.

Gli smartphone Android inviolabili

Si tratta principalmente di smartphone di fascia alta, come il Google Pixel 2, il Samsung Galaxy S9 o il Galaxy Tab S2. Da questi dispositivi non si riescono più ad estrarre dati come la cronologia di navigazione, la posizione GPS o le informazioni dei social media. Discorso a parte invece per il Huawei P20 Pro, definito “praticamente inviolabile” in ogni informazione contenuta al suo interno.

Ci troviamo di fronte quindi a un rovesciamento del “paradigma di San Bernardino”. Parliamo della strage dopo la quale il governo statunitense fu obbligato ad assumere un gruppo costosissimo di hacker perché gli iPhone degli attentatori risultavano impossibili da crackare alle forze di polizia. Da quel momento i dispositivi con iOS come sistema operativo vengono pedissequamente considerati i più complessi ai quali accedere. Considerazione opposta per i dispositivi Android. Oggi, invece, le parole della polizia statunitense ci dicono che, in certi casi, è il contrario. Una difficoltà  che si starebbe ripresentando con gli iPhone 11, ma che la Polizia starebbe bypassando grazie ai mandati di accesso indirizzati ai fornitori di servizi (come Google per le eMail, ad esempio).

Alberto Sanci

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