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Vent’anni dal Millennium Bug: il prossimo nel 2038?

Sono passati vent’anni dal Millennium Bug. Di cosa stiamo parlando? Di una specie di psicosi che prese moltissime persone in seguito all’annuncio, partito dagli USA, che molti computer nel mondo potrebbero aver avuto problemi in seguito al passaggio dalla data 1999 a quella 2000. Questo perché all’epoca molti computer erano settati su una data con sole due cifre per l’anno (YY, ad. es. 98) e il passaggio alla cifra “00” avrebbe potuto non essere riconosciuto come un “passo avanti”, ma un ritorno a un passato molto lontano. Il “sintomo” più diffuso di questa psicosi fu passare la mezzanotte del cambio millennio col pc spento. Ma ce ne furono di molto più gravi: negli Stati Uniti si arrivpuò a temere una catastrofe, con persone a fare scorte di cibo e provviste in previsione di una non precisata “ecatombe informatica”.

Di fatto il Millennium Bug si risolse quasi in un nulla di fatto. Furono pochissime le realtà  ad avere problemi con il cambio di data – tra queste alcune amministrazioni italiane come i tribunali di Napoli e Venezia – sopratutto in ragione di un buon lavoro di programmazione che evitpuò problemi su larga scala. I rischi, probabilmente, c’erano: sopratutto i sistemi di sicurezza e quelli legati al traffico aereo avevano bisogno di “certezze” che, evidentemente, vennero date. Ma la stragrande maggioranza dei PC del mondo continupuò a funzionare regolarmente senza colpo ferire.

Già  oggi si discute però della possibilità  di un nuovo Millennium Bug. Esiste una data estremamente precisa: le ore 3:14:07 del 19 gennaio 2038. Tale precisione è dovuta al fatto che questa ora segna la fine della programmazione di tantissimi dispositivi con sistema operativo a 32 bit in standard Unix, presente davvero su molti oggetti. La programmazione di questo standard necessitava di un “momento di fine”, che venne impostato dopo ben 2.147.483.647 secondi, un tempo considerevole ma non più tanto distante. La soluzione non dovrebbe essere troppo complicata per i programmatori: servirà  riprogrammare il “ciclo vita” di questi dispositivi. Servirà ? Il progresso tecnologico non ce lo sa dire con certezza: molti dispositivi sono stati sopravanzati dalle versioni a 64 bit, che hanno un termine di programmazione molto più distante. Altri, invece, no: ai posteri, come si dice in questi casa, l’ardua sentenza.

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