Huawei sembra non risentire troppo del ban USA e della proibizione all’utilizzo dei Google Mobile Services. Com’è noto l’azienda di Shenzen, sotto attacco da parte degli Stati Uniti con l’accusa di spionaggio, è stata obbligata a lanciare i suoi ultimi top di gamma privati della possibilità di accedere a tutte le funzionalità Google e di altre applicazioni statunitensi. I dati di vendita dei dispositivi, però, non sembrano mostrare flessioni problematiche per Huawei. Nel Q4 2019, e cioè da ottobre a dicembre, Huawei ha spedito 12 milioni di unità della serie Mate 30, vendendone circa 5 milioni nel solo mese di dicembre. Un dato incoraggiante viste le premesse.
Resta la consapevolezza che la gran parte delle vendite è situata in Cina e che il mercato interno stia compensando al momento le perdite sul fronte estero. Il lancio contemporaneo negli store in Spagna e in Italia avrà certo contribuito, ma non sensibilmente, alla quota vendite. La sensazione è che in Europa i timori siano davvero alti rispetto all’acquisto di un dispositivo Huawei: il pubblico europeo non sembra al momento disposto a rinunciare ai Google Mobile Services. E serpeggia anche il timore che la situazione possa degenerare e possa venir meno il supporto Google ai dispositivi Huawei precedenti. Questo nonostante Huawei stia facendo di tutto per non farli rimpiangere attraverso l’implementazione dei Huawei Mobile Services, che dovrebbero andare a sostituire completamente il pacchetto di Big G.
Huawei sta infatti implementando anche un ecosistema proprio a partire dal sistema operativo HarmonyOS. L’intenzione della casa di Shenzen sarebbe quello di portare ad avere circa 100, 150 top app da utilizzare attraverso i Huawei Mobile Services. Se dovesse riuscirci in tempi brevi, si potrebbero vedere i risultati già nella vendibilità dei futuri Huawei P40, attesi sul mercato per la fine di Marzo 2020. L’implementazione ben fatta di questi servizi potrebbe riportare Huawei a riprendere a salire nelle vendite anche oltre i confini nazionali.